Il 29 e 30 giugno sono stato all'isola della Palmaria, con l'amico Luigi, in campeggio libero per frequentare il corso-brevetto tenuto da Tatiyak, ai fini di acquisire il Coastal Sea kayak Award di British Canoeing, ovvero il vecchio brevetto 4 stelle senza la parte dedicata alla preparazione del leader.
Era da tempo che avevo intenzione di farlo ma sempre, per varie ragioni, rimandato. L'intenzione era quella di migliorare ulteriormente il feeling con il kayak in condizioni di mare mosso e vento forte, dopo aver già acquisito il brevetto 3 stelle e aver fatto il corso di navigazione costiera e studio delle correnti di marea sempre secondo lo standard di British Canoeing.
Così quando Tatiana ci ha dato disponibilità per quelle date sia io che Luigi abbiamo accettato con entusiasmo, anche perché, non essendoci altri partecipanti, avremmo potuto personalizzare al massimo le lezioni di Tatiana.
Quello che non avevamo messo in conto è stato l'anticiclone africano che ha portato temperature prossime ai 40° e che di fatto ha impedito che si creassero quelle condizioni di mare e vento necessarie per acquisire questo brevetto avanzato, l'esame finale è stato quindi rimandato ad una prossima occasione e, forse, per quanto mi riguarda, è stato meglio così visto il mio poco allenamento in kayak di questi ultimi mesi e la mia attuale scarsa forma fisica.
Del resto per noi padani senza mare e senza laghi riuscire a pagare con regolarità è davvero un problema se tutte le volte devi farti quasi due ore di auto, sostenere i relativi costi, lottare per un parcheggio, carissimo, ad una distanza decente dal punto di imbarco e magari farti un'altra ora o due di coda al ritorno. In estate l'A15 Parma-La Spezia si trasforma in una vera e propria bolgia infernale. Così a volte preferisci farti un giro in bicicletta o due chiacchere in collina con gli amici davanti a due fette di salame.....
Sono partito da Parma venerdì 28 giugno nel primo pomeriggio, dopo il lavoro, con un caldo infernale e dopo due notti passate quasi insonni sempre per via dell'amico africano: a Parma 40° non si erano mai registrati a memoria d'uomo. Alle 16,30 ero alla stazione di La Spezia dove mi aspettava Tatiana venuta su in treno da Latina, con un trolley grande più o meno come un grizzly. Al porticciolo delle Grazie, a pochi km da Portovenere, ci aspettava Luigi, e, dopo aver fatto spesa di generi alimentari, riempito i kayak di tende, sacchi a pelo, materassini ecc., siamo finalmente partiti, gocciolanti di sudore come bava di lumaca, per la Palmaria.
Abbiamo montato il campo in un posto davvero splendido, solo noi sotto l'ombra dei pini d'Aleppo, di fronte all'isola del Tino in compagnie di gabbiani e caprette. La notte però è stata dura, molto caldo, afa, e poi, verso le 5 del mattino, tutti i gabbiani dell'isola, neanche si fossero messi d'accordo, hanno cominciato ad urlare simultaneamente, e così, per la terza notte consecutiva, non ho praticamente dormito niente.
Il sabato le acque intorno all'isola, il canale di Portovenere e tutto il golfo di La Spezia, si sono riempite di centinaia di barche, barchine, gommoni, gozzi, vele, di tutti i tipi, di ogni dimensione e stazza e così, finalmente, un po' di onde si sono alzate. Abbiamo iniziato il corso dapprima pagaiando a pochi metri dalle rocce lungo la costa sud ovest della Palmaria, seguendo quella line bianca di schiuma, "zona morta", creata dallo scontro tra le onde provenienti dal largo con le onde di ritorno riflesse dalla costa, l'esercizio era cercare di avvicinarsi il più possibile senza andare a sbattere, galleggiando sul confine, nel sottile equilibrio creato dalle forze inverse. Nei pressi delle grotte abbiamo poi incontrato Andrea e Clarissa, partiti nella notte dal Lago Maggiore per unirsi a noi, pur senza partecipare al corso. Dopo una sosta a Portovenere per un panino e per rimpinguare la scorta d'acqua, tutto il pomeriggio è stato dedicato ai salvataggi e agli sbarchi sulle rocce lungo le coste del Tino e del Tinetto.
E' in questa occasione che Tatiana, inserendo un piede nel pozzetto di Luigi per un qualche tipo di dimostrazione ha esclamato: "ma cos'è tutto quel molliccio ??!!"...figurarsi se mi lascio scappare l'assist involontario: "vero Tati che è tutto molliccio lì dentro ??" e così Luigi è diventato il Molliccio.Ma lui si è immediatamente vendicato quando, scambiandoci i kayak, non sono riuscito, causa la mia stazza, ma soprattutto per le mie lunghe leve da ex giocatore di basket, ad entrare nel pozzetto dell'Exo Portofino di Luigi, "non è il pozzetto che è piccolo sei tu che hai il culone" dice lui e così sono diventato il Culone...
Il Molliccio e il Culone...la strana coppia!!
Alla sera Luigi non contento, ha lanciato la malsana, masochistica idea di un'uscita notturna, ahimè accolta con entusiasmo da Tatiyak, e così tutto il gruppo, compreso il mio "io" riluttante malcelato nel subconscio, inforcate le lampade frontali, si è nuovamente imbarcato per una piccola escursione al buio fino alla torre scuola, quasi all'imbocco del canale di Portovenere ad alcune centinaia di metri dalla costa, sperando di non incrociare una nave portacontainer diretta in Cina. Io già ci vedo poco di giorno senza occhiali, figurarsi di notte. E così mentre un lieve sentimento di inquietudine mi afferrava sempre più mente avanzavo quasi alla cieca nel buio della notte, seguivo il gruppo così come un non vedente legge il Braille, molto rassicurante poi quando in lontananza comparivano le luci rosse verdi e bianche di qualche imbarcazione, segno che la medesima procedeva dritta verso la nostra direzione....bello bello bello!!
Comunque siamo tornati sani e salvi al campo, e, dopo un ringraziamento a Padre Pio per non avermi fatto incrociare la portaerei Cavour, ci siamo infilati nelle tende, la notte tra sabato e domenica si è presentata nettamente più fresca, finalmente tirava un po' d'aria e così sono riuscito a chiudere occhio con il sonno del giusto sognando l'incursione notturna a bordo del "maiale" di Durand De la Penne e l'affondamento della Qeen Elisabeth nel porto di Alessandria!!!
La domenica mattina un'orda di barbari urlanti ha letteralmente preso d'assalto l'isola, mentre le barche, semmai fosse possibile, sono aumentate ancora di numero. Per sfuggire all'assedio dei Vandali abbiamo lestamente disfatto il campo, smontato le tende e dedicato la prima parte della mattinata all'affinamento di alcuni aspetti tecnici individuali: per quanto mi riguarda ho chiesto a Tatiana di assistermi nell'esecuzione dell'appoggio continuo che ancora non riuscivo a fare, ma con lei invece finalmente l'ho messo nel cassetto degli attrezzi e archiviato la pratica.
Chiamale se vuoi .....soddisfazioniiii...!!!
Ci siamo poi diretti verso le rocce rosse, bel tratto di costa tra Portovenere e Riomaggiore dove abbiamo praticato ancora sbarchi sulle rocce, salvataggi, eskimi, appoggi, però stavolta con i kayak carichi. Sulla via del ritorno Andrea e Clarissa si sono offerti ben volentieri da fare da cavie a me a Luigi, e così abbiamo sperimentato varie tipologie di traini e un eskimo in corsa con il compagno al traino. Io però ormai ero cotto, il mio cervello dava pochi segnali di vita, ingarbugliavo le corde e poco prima di arrivare a Le Grazie ho anche commesso qualche errore di troppo che ha ferito il mio orgoglio e che ancora grida vendetta....Verso le 17 siamo sbarcati al punto di partenza e dopo le operazioni di rito, salutati Andrea e Clarissa ci siamo fatti un aperitivo ghiacciato con mia moglie che nel frattempo ci aveva raggiunto da Portovenere.
Che dire a conclusione di queste due giornate e mezzo ??
Anche se le condizioni ambientali non ci hanno permesso di poter sostenere la prova di esame per avere il brevetto, in mare con Tatiyak si imparano sempre cose nuove: manovre tecniche, atteggiamenti mentali, tattiche giuste per affrontare le diverse situazioni...ed in fondo era quel che mi interessava al di là dei riconoscimenti formali che, alla mia età diversamente giovane, lasciano il tempo che trovano. Poi, onestamente, devo ammettere che non ho ancora consolidato pienamente tutto il bagaglio tecnico in acqua mossa così come viene richiesto dallo standard del Coastal Sea kayak Award, è questione di abitudine, di allenamento e di maggior frequenza nelle escursioni in mare di quanto sia riuscito a fare soprattutto ultimamente, oltre al fatto che in questa specifica occasione non ero certo al top delle mie condizioni fisiche e mentali.
Quindi va molto bene lo stesso, l'importante è aver imparato ancora qualcosa di nuovo, che va ad accrescere il mio profilo kayakero, un altro passo avanti, oltre al fatto di aver passato due giorni con l'ottima compagnia di Luigi e Tatiana, poi la natura della Palmaria e....le salsicce di Andrea e Clarissa hanno fatto il resto.
Era da tempo che avevo intenzione di farlo ma sempre, per varie ragioni, rimandato. L'intenzione era quella di migliorare ulteriormente il feeling con il kayak in condizioni di mare mosso e vento forte, dopo aver già acquisito il brevetto 3 stelle e aver fatto il corso di navigazione costiera e studio delle correnti di marea sempre secondo lo standard di British Canoeing.
Così quando Tatiana ci ha dato disponibilità per quelle date sia io che Luigi abbiamo accettato con entusiasmo, anche perché, non essendoci altri partecipanti, avremmo potuto personalizzare al massimo le lezioni di Tatiana.
Quello che non avevamo messo in conto è stato l'anticiclone africano che ha portato temperature prossime ai 40° e che di fatto ha impedito che si creassero quelle condizioni di mare e vento necessarie per acquisire questo brevetto avanzato, l'esame finale è stato quindi rimandato ad una prossima occasione e, forse, per quanto mi riguarda, è stato meglio così visto il mio poco allenamento in kayak di questi ultimi mesi e la mia attuale scarsa forma fisica.
Del resto per noi padani senza mare e senza laghi riuscire a pagare con regolarità è davvero un problema se tutte le volte devi farti quasi due ore di auto, sostenere i relativi costi, lottare per un parcheggio, carissimo, ad una distanza decente dal punto di imbarco e magari farti un'altra ora o due di coda al ritorno. In estate l'A15 Parma-La Spezia si trasforma in una vera e propria bolgia infernale. Così a volte preferisci farti un giro in bicicletta o due chiacchere in collina con gli amici davanti a due fette di salame.....
Sono partito da Parma venerdì 28 giugno nel primo pomeriggio, dopo il lavoro, con un caldo infernale e dopo due notti passate quasi insonni sempre per via dell'amico africano: a Parma 40° non si erano mai registrati a memoria d'uomo. Alle 16,30 ero alla stazione di La Spezia dove mi aspettava Tatiana venuta su in treno da Latina, con un trolley grande più o meno come un grizzly. Al porticciolo delle Grazie, a pochi km da Portovenere, ci aspettava Luigi, e, dopo aver fatto spesa di generi alimentari, riempito i kayak di tende, sacchi a pelo, materassini ecc., siamo finalmente partiti, gocciolanti di sudore come bava di lumaca, per la Palmaria.
Abbiamo montato il campo in un posto davvero splendido, solo noi sotto l'ombra dei pini d'Aleppo, di fronte all'isola del Tino in compagnie di gabbiani e caprette. La notte però è stata dura, molto caldo, afa, e poi, verso le 5 del mattino, tutti i gabbiani dell'isola, neanche si fossero messi d'accordo, hanno cominciato ad urlare simultaneamente, e così, per la terza notte consecutiva, non ho praticamente dormito niente.
Il sabato le acque intorno all'isola, il canale di Portovenere e tutto il golfo di La Spezia, si sono riempite di centinaia di barche, barchine, gommoni, gozzi, vele, di tutti i tipi, di ogni dimensione e stazza e così, finalmente, un po' di onde si sono alzate. Abbiamo iniziato il corso dapprima pagaiando a pochi metri dalle rocce lungo la costa sud ovest della Palmaria, seguendo quella line bianca di schiuma, "zona morta", creata dallo scontro tra le onde provenienti dal largo con le onde di ritorno riflesse dalla costa, l'esercizio era cercare di avvicinarsi il più possibile senza andare a sbattere, galleggiando sul confine, nel sottile equilibrio creato dalle forze inverse. Nei pressi delle grotte abbiamo poi incontrato Andrea e Clarissa, partiti nella notte dal Lago Maggiore per unirsi a noi, pur senza partecipare al corso. Dopo una sosta a Portovenere per un panino e per rimpinguare la scorta d'acqua, tutto il pomeriggio è stato dedicato ai salvataggi e agli sbarchi sulle rocce lungo le coste del Tino e del Tinetto.
E' in questa occasione che Tatiana, inserendo un piede nel pozzetto di Luigi per un qualche tipo di dimostrazione ha esclamato: "ma cos'è tutto quel molliccio ??!!"...figurarsi se mi lascio scappare l'assist involontario: "vero Tati che è tutto molliccio lì dentro ??" e così Luigi è diventato il Molliccio.Ma lui si è immediatamente vendicato quando, scambiandoci i kayak, non sono riuscito, causa la mia stazza, ma soprattutto per le mie lunghe leve da ex giocatore di basket, ad entrare nel pozzetto dell'Exo Portofino di Luigi, "non è il pozzetto che è piccolo sei tu che hai il culone" dice lui e così sono diventato il Culone...
Il Molliccio e il Culone...la strana coppia!!
Alla sera Luigi non contento, ha lanciato la malsana, masochistica idea di un'uscita notturna, ahimè accolta con entusiasmo da Tatiyak, e così tutto il gruppo, compreso il mio "io" riluttante malcelato nel subconscio, inforcate le lampade frontali, si è nuovamente imbarcato per una piccola escursione al buio fino alla torre scuola, quasi all'imbocco del canale di Portovenere ad alcune centinaia di metri dalla costa, sperando di non incrociare una nave portacontainer diretta in Cina. Io già ci vedo poco di giorno senza occhiali, figurarsi di notte. E così mentre un lieve sentimento di inquietudine mi afferrava sempre più mente avanzavo quasi alla cieca nel buio della notte, seguivo il gruppo così come un non vedente legge il Braille, molto rassicurante poi quando in lontananza comparivano le luci rosse verdi e bianche di qualche imbarcazione, segno che la medesima procedeva dritta verso la nostra direzione....bello bello bello!!
Comunque siamo tornati sani e salvi al campo, e, dopo un ringraziamento a Padre Pio per non avermi fatto incrociare la portaerei Cavour, ci siamo infilati nelle tende, la notte tra sabato e domenica si è presentata nettamente più fresca, finalmente tirava un po' d'aria e così sono riuscito a chiudere occhio con il sonno del giusto sognando l'incursione notturna a bordo del "maiale" di Durand De la Penne e l'affondamento della Qeen Elisabeth nel porto di Alessandria!!!
La domenica mattina un'orda di barbari urlanti ha letteralmente preso d'assalto l'isola, mentre le barche, semmai fosse possibile, sono aumentate ancora di numero. Per sfuggire all'assedio dei Vandali abbiamo lestamente disfatto il campo, smontato le tende e dedicato la prima parte della mattinata all'affinamento di alcuni aspetti tecnici individuali: per quanto mi riguarda ho chiesto a Tatiana di assistermi nell'esecuzione dell'appoggio continuo che ancora non riuscivo a fare, ma con lei invece finalmente l'ho messo nel cassetto degli attrezzi e archiviato la pratica.
Chiamale se vuoi .....soddisfazioniiii...!!!
Ci siamo poi diretti verso le rocce rosse, bel tratto di costa tra Portovenere e Riomaggiore dove abbiamo praticato ancora sbarchi sulle rocce, salvataggi, eskimi, appoggi, però stavolta con i kayak carichi. Sulla via del ritorno Andrea e Clarissa si sono offerti ben volentieri da fare da cavie a me a Luigi, e così abbiamo sperimentato varie tipologie di traini e un eskimo in corsa con il compagno al traino. Io però ormai ero cotto, il mio cervello dava pochi segnali di vita, ingarbugliavo le corde e poco prima di arrivare a Le Grazie ho anche commesso qualche errore di troppo che ha ferito il mio orgoglio e che ancora grida vendetta....Verso le 17 siamo sbarcati al punto di partenza e dopo le operazioni di rito, salutati Andrea e Clarissa ci siamo fatti un aperitivo ghiacciato con mia moglie che nel frattempo ci aveva raggiunto da Portovenere.
Che dire a conclusione di queste due giornate e mezzo ??
Anche se le condizioni ambientali non ci hanno permesso di poter sostenere la prova di esame per avere il brevetto, in mare con Tatiyak si imparano sempre cose nuove: manovre tecniche, atteggiamenti mentali, tattiche giuste per affrontare le diverse situazioni...ed in fondo era quel che mi interessava al di là dei riconoscimenti formali che, alla mia età diversamente giovane, lasciano il tempo che trovano. Poi, onestamente, devo ammettere che non ho ancora consolidato pienamente tutto il bagaglio tecnico in acqua mossa così come viene richiesto dallo standard del Coastal Sea kayak Award, è questione di abitudine, di allenamento e di maggior frequenza nelle escursioni in mare di quanto sia riuscito a fare soprattutto ultimamente, oltre al fatto che in questa specifica occasione non ero certo al top delle mie condizioni fisiche e mentali.
Quindi va molto bene lo stesso, l'importante è aver imparato ancora qualcosa di nuovo, che va ad accrescere il mio profilo kayakero, un altro passo avanti, oltre al fatto di aver passato due giorni con l'ottima compagnia di Luigi e Tatiana, poi la natura della Palmaria e....le salsicce di Andrea e Clarissa hanno fatto il resto.
...dietro Luigi e Tatiana spunta un condominio galleggiante....
Palmaria costa sud est
la mia tendina..poi nenache tanto ...ina
l'isola del Tino...diciamo isolotto ma dalle belle coste...
...i kayak si perdono...a terra...
Tatiana istruisce Luigi..
Andrea e Clarissa (foto by Tatiyak)
spettacolari le rocce rosse...
le pareti strapiombanti della costa sud ovest (foto by Tatiyak)
una piccola lavatrice (foto by Tatiyak)
(foto by Tatiyak)
si sbarca sui sassi...(foto by Tatiyak)
...siccome il mio culone non entra nel Portofino si cambia kayak al volo...(foto by Tatiyak)
sbarco sulle rocce (foto by Tatiyak)
...un nuovo salvataggio..una specie di kayak kamasutra...ohibò (foto by Tatiyak)
in grotta (foto by Tatiyak)
Luigi (foto by Tatiyak)
un'attrazione turistica a forma di supposta rossa...(foto by Tatiyak)
ancora sbarchi sulle rocce e stinchi grattugiati...(foto by Tatiyak)
(foto by Tatiyak)
salvataggio a "T" (foto by Tatiyak)
ciao da Max e Luigi (foto by Tatiyak)
Commenti