Punta Mesco: da Monterosso a Bonassola

Punta Mesco separa l'insenatura di Levanto da quella di Monterosso ed è uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria. Così il Parco Nazionale delle 5 Terre descrive l'ambiente naturale di Punta Mesco:

"Lungo l'incantevole costa delle Cinque Terre si alternano falesie a strapiombo sul mare, baie, spiaggette, grotte e anfratti fra gli scogli. La presenza di specie animali e vegetali in questo tratto di mare, che va dalla zona di Punta Mesco, a Monterosso, a quella di Capo Montenegro, a Riomaggiore, è particolarmente ricca e varia. Le pareti rocciose, come pure le numerose secche e gli scogli isolati, sono popolate da innumerevoli gorgonie, come la policroma Leptogorgia sarmentosa e la bianca Eunicella verrucosa, una specie rara nel Mediterraneo ma piuttosto comune in queste acque. Lungo la costa è presente anche la Posidonia oceanica, una pianta che forma importantissime fitte praterie, luogo di rifugio e riproduzione per innumerovoli organismi. Le ripide pareti rocciose di Punta Mesco e Capo Montenegro sono le più ricche di vita e ospitano specie rare come, oltre la già citata Eunicella verrucosa, la rarissima Gerardia savaglia, o Corallo nero; al Mesco, cosa inconsueta per il resto del Mediterraneo, già a 15/20 metri di profondità si possono osservare magnifici ventagli di Paramuricea clavata, la Gorgonia rossa. E proprio queste due aree, che rappresentano le zone di mare di maggior pregio e varietà, sono sottoposte a maggior tutela (zona A e zona B)".

Così domenica 14 settembre decidiamo di percorrere una ventina di km di pagaiata da Monterosso a Bonassola e ritorno, anche per provare in mare il nuovo Nauticamannino 560 Greenland. 
Le condizioni del mare sono "poco mosso" con onde riflesse dalla costa strapiombante che creano quella "zuppa" tipica di questi luoghi, un po' difficile da decifrare, ma niente di che.
Il Mannino si è dimostrato stabile e direzionale, senza spingere si procede in sourplace senza nessun sforzo per molti km. Se invece si vuole aumentare la velocità di crocera occorre spingere più del previsto, ma questo è dovuto probabilmente al volume del kayak forse non perfettamenrte adeguato al mio fisico: con i miei 98 kg sopra il kayak infatti è un po' affossato.

Parcheggiata l'auto nel comodissimo parcheggio in riva al mare di Monterosso Fegina, costeggiamo il promontorio di Punta Mesco, con le sue falesie calcaree strapiombanti e poi dopo alcuni giardini di roccia e qualche grotta arriviamo nella baia di Levanto da dove proseguiamo ancora per Bonassola. Al ritorno ci concediamo un bagno e una sosta nella grande spiaggia sabbiosa di Levanto per poi tornare, con il sole in calo dietro il promontorio di Punta mesco, di nuovo al punto di partenza.

Un buon allenamento di circa 20 km con una velocità di crociera classica e riposante intorno ai 3/3,5 nodi che con il Mannino si può tenere quasi all'infinito senza il minimo sforzo.

 Verso la punta
Spiaggetta
Pagaiando con un kayak troppo grande
La punta si avvicina
Punta Mesco

 Falesie

Grotte
Levanto

Giardini di roccia
Bonassola

Gorilla marino, ultimo esemplare protetto

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